Cosenza, città sospesa nell’attesa: serve verità e un futuro degno per il club

Regna il silenzio su Cosenza. Ma in fondo, la domanda è una soltanto: chi sarebbe davvero disposto a rilevare un club in profonda crisi economica, retrocesso in Serie C, con alle spalle gestioni discutibili e prospettive limitate?
Il paracadute retrocessione, che garantisce poco più di un milione di euro, non basta certo a rendere appetibile la società. Eppure, nei bar del centro e nelle chat più disparate, si inseguono voci, indiscrezioni e teorie. C’è chi parla di soggetti vicini all’attuale presidente, che starebbe cercando una soluzione di comodo pur di non cedere del tutto, e chi tira in ballo presunti fondi stranieri, talvolta pilotati dagli immancabili volti noti che agiscono dietro le quinte, sempre pronti a scomparire appena i riflettori si accendono.
In questo mare di incertezza, però, una cosa è certa: Cosenza merita la verità. Merita di sapere cosa sta accadendo davvero. E merita soprattutto una proprietà seria, trasparente, ambiziosa, che voglia restituire dignità a un club troppe volte lasciato naufragare, per poi essere rianimato in extremis.
Il Cosenza Calcio deve tornare a vivere, ma deve farlo in modo sano. Basta rattoppi, basta illusioni, basta stagioni improvvisate e gestite nel silenzio. È tempo di costruire un percorso vero, con rispetto per la città, per i tifosi e per la maglia.
Negli ultimi quattordici anni, questo rispetto non c’è stato. Ora serve un taglio netto con quel passato. Perché Cosenza non è un progetto da svendere, ma una storia da rilanciare. E il momento per farlo è adesso.