Cosenza, ultimi 90 minuti per evitare la storia nera: a La Spezia la gara della dignità

Con 34 punti, il Cosenza rischia di chiudere come la peggior squadra rossoblù di sempre in Serie B. Contro lo Spezia l’ultima occasione per evitare un record negativo.

12.05.2025 12:00 di  Stefano Bentivogli   vedi letture
Cosenza, ultimi 90 minuti per evitare la storia nera: a La Spezia la gara della dignità

Dopo la sconfitta contro la Salernitana, avevamo già raccontato del rischio concreto che questa versione del Cosenza potesse diventare la peggiore della storia rossoblù in Serie B.
Ora, a 90 minuti dalla fine, quel timore è ancora attuale. L’ultima partita contro lo Spezia, martedì al “Picco”, sarà l’ultima chiamata per evitare di finire nei libri di storia per un record che nessuno vorrebbe mai detenere.

34 punti sul campo, come nel 1963/64: il dato da superare

I 34 punti conquistati sul campo dagli uomini di Alvini rappresentano oggi il peggior bottino stagionale del Cosenza nell’era della Serie B a tre punti. Un risultato che, se non migliorato, eguaglierà il primato negativo della stagione 1963/64, chiusa con 26 punti, ma con il regolamento dei due punti a vittoria.
Inoltre, sono un punto in meno del Cosenza retrocesso (e poi riammesso) nel 2021 e due in meno rispetto a quello del 2002/2003, anch’esso retrocesso.

Vincere per salvare l’onore… e la memoria

Una vittoria a La Spezia — impresa tutt’altro che semplice contro una squadra che punta al terzo posto — cambierebbe radicalmente la prospettiva statistica. I rossoblù potrebbero addirittura scavalcare due versioni retrocesse del passato, chiudendo un’annata negativa almeno con un segnale di orgoglio e dignità sportiva.
Non basta per cambiare il destino, ma servirebbe per salvare almeno l'immagine, in una stagione nata male e finita peggio.

Cosenza, ultima possibilità per non essere ricordato come il peggiore

Non ci sono più traguardi da inseguire, ma c’è una storia da difendere. Martedì il Cosenza scenderà in campo per evitare di diventare il simbolo del fallimento più profondo nella lunga avventura rossoblù in cadetteria.
I numeri parlano, ma c’è ancora tempo per riscriverli. Al “Picco” si gioca per l’orgoglio, per la maglia, per la memoria. E, a modo suo, anche per il futuro.