Cosenza retrocesso, e ora? Il futuro incerto e i silenzi della società

Dopo la retrocessione del Cosenza Calcio, il futuro è pieno di incognite. La società continua a fuggire dal confronto e dalle proprie responsabilità. Il punto su Guarascio e scenari futuri.
05.05.2025 17:00 di  Stefano Bentivogli   vedi letture
Cosenza retrocesso, e ora? Il futuro incerto e i silenzi della società
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© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

La domanda che tutta la città si sta ponendo dopo la retrocessione in Serie C è semplice, ma carica di inquietudine: e adesso? Dopo l’ennesimo fallimento sportivo della gestione Guarascio, quale sarà il futuro del Cosenza Calcio?

La risposta, al momento, è avvolta nel silenzio. Quello, ormai abituale, che proviene dalla sede di via degli Stadi. Un silenzio che suona come disinteresse, o peggio, come una strategia precisa: fuggire da ogni tipo di responsabilità.

Le offerte, le spunte blu e il grande ghosting

Le voci su offerte di acquisto ci sono state, ma sono rimaste tali. Non perché manchino imprenditori interessati, ma perché, a quanto pare, le proposte ricevute non hanno mai trovato una vera interlocuzione. In altre parole: nessuna risposta, nessun confronto, solo ghosting.

Una gestione che ha fatto della chiusura comunicativa il proprio tratto distintivo. Non è solo una questione di stile, è una scelta che ha reso sempre più fragile il rapporto tra società e piazza. In un contesto dove servirebbero trasparenza e visione, si continua a preferire il muro di gomma.

Una società che fugge da tutto

Non solo dalle offerte, ma anche dalla stampa, dai tifosi, dalle conferenze, dai chiarimenti. Il Cosenza Calcio post-retrocessione non ha ancora battuto un colpo. Nessuna dichiarazione, nessuna assunzione di responsabilità. Solo silenzi. E l’unica costante è quell’auto parcheggiata sotto la Curva Nord, pronta a portare via da ogni confronto chi di dovere, anche domenica prossima.

Un’immagine diventata simbolo: quella della fuga sistematica, della difesa a oltranza di un fortino che ormai non regge più.

Dalle colpe non si fugge

Ma la verità è che dalle colpe non si scappa. Prima o poi bussano alla porta, anche a chi si sente inattaccabile. E questa retrocessione non è un incidente di percorso, è la somma di scelte sbagliate, silenzi, e occasioni perse.

Chi guida il Cosenza ha il dovere morale – prima ancora che sportivo – di spiegare cosa intende fare. Se proseguire con un progetto (mai visto), se cedere il club, o se continuare a vivacchiare in attesa dell’ennesimo colpo di fortuna. Perché il calcio, almeno in parte, è ancora un bene collettivo. E il Cosenza è patrimonio di una comunità, non di una proprietà.

Una piazza che merita chiarezza

A questo punto la piazza non pretende miracoli, ma pretende chiarezza. Il tempo degli alibi è finito, quello delle responsabilità è iniziato. Non servono slogan, serve una direzione. E chi oggi si nasconde dietro silenzi e spunte blu, dovrà prima o poi rispondere a una domanda tanto semplice quanto bruciante: che ne sarà del Cosenza Calcio?