Südtirol-Cosenza, non è solo una partita: tra incubi, ricordi e un'ultima fiammella di speranza

Dopo la vittoria sul Bari, il Cosenza si aggrappa a una flebile speranza salvezza. Domenica c'è il Südtirol, sfida che rievoca la leggendaria semifinale playoff del 2018. Ora però c'è un nuovo incubo: la Serie C.
03.05.2025 10:30 di  Stefano Bentivogli   vedi letture
Südtirol-Cosenza, non è solo una partita: tra incubi, ricordi e un'ultima fiammella di speranza
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Una fiammella è ancora accesa. Debole, intermittente, minacciata dal vento della realtà, ma viva. Dopo la sorprendente e meritata vittoria contro il Bari, firmata da una delle migliori prestazioni stagionali, il Cosenza torna a sperare. Una speranza che non accende entusiasmi generali, ma che alimenta rimpianti e al tempo stesso impone concentrazione: domenica c’è Südtirol-Cosenza, e non c’è più spazio per calcoli o passi falsi.

Sulla carta, è una partita come tante. Ma Sudtirol-Cosenza non è mai stata una partita come le altre, almeno non per chi conosce la storia recente del club silano. È un incrocio che porta alla mente un'antologia di racconti, emozioni incastonate nella memoria collettiva di una tifoseria che non ha mai smesso di lottare.

Il pensiero corre inevitabilmente al primo, iconico confronto del 2018: la semifinale playoff di Serie C. Due notti da brividi, tra i colpi di Cia e Frascatore da una parte, la rabbia e la fede cieca di un gruppo affamato dall’altra. E poi Baclet, simbolo e grimaldello di una rimonta diventata leggenda. Fu la notte in cui Kevin Marulla, figlio d’arte, scelse di vestire i panni spirituali di Padre Fedele, e l’intera città capì di non essere più prigioniera del proprio incubo sportivo.

Ma oggi, quell’incubo si è ripresentato. Più minaccioso, più reale. Si chiama retrocessione, si chiama Serie C, e non è tanto il declassamento a fare paura quanto il modo in cui potrebbe arrivare. Dopo stagioni di salvezze sofferte e colpi di coda, la sensazione è che la resa sia dietro l’angolo. Eppure no, non è ancora finita.

Il Cosenza è chiamato all’ennesima impresa. Una vittoria a Bolzano potrebbe riaprire il discorso, dare senso a un finale fino a ieri dato per scritto. Non basterà, forse, ma servirà a dimostrare che questo gruppo non si è arreso, che la maglia rossoblù merita fino all’ultimo secondo il rispetto della lotta.

Perché, se la salvezza è un sogno quasi spento, la dignità è un dovere che non può morire.