Uno, nessuno e centomila: tutti gli uomini (troppi e confusi) del Presidente. Ma nessuno chiede scusa

Luglio col male che ti voglio. Verrebbe da parafrasare così, con toni tutt'altro che nostalgici, il mese che ci siamo appena lasciati alle spalle. Mese di annunci, mese sterile, di finte rivoluzioni e riconciliazioni di plastica. Mentre, sullo sfondo, si staglia visibile la linea di partenza di un torneo di C all'insegna delle " innovazioni e dei deficit", per come riportato dal Sole 24 ore di domenica. Una C che, al momento, vede nel Cosenza uno spettatore obbligato e confuso, nonostante il "blasone" di una retrocessione balorda e inspiegabile.
Acquisti zero, amichevoli probanti ancora nessuna, ma con un attivismo ancora poco comprensibile nel gioco delle cariche tecniche, come dimostra il fresco ingresso di Domenico Roma. In tutto questo, l'annunciata riapertura della comunicazione verso il tifo, si è trasformata da bella notizia a motore di polemica. Si chiede solidarietà alla classe giornalistica, dimenticando che la stessa attende ancora che chi comanda da sempre metta la propria di faccia per pronunciare solo due parole:" chiediamo scusa". O in alternativa "abbiamo venduto". Tutto il resto è noia e netiquette.
E che dire poi della elefantiaca burocrazia messa su in questo inutile luglio e deputata a parlare per conto del proprietario del club: peccato che nessuno degli ultimi arrivati, quelli della conferenza silana per intenderci, abbia vissuto sulla propria pelle il calvario della incredibile retrocessione passata in rassegna nella quasi indifferenza.E che, tra vicende sportive e tormenti affettivi (forza Monaco!) rischia di lasciare strascichi pesanti per anni. Anche sui tifosi più piccoli.
A proposito: l'unico modo sensato di far avvicinare tutti i lupacchiotti in erba, è chiedere scusa ai grandi lupi, quelli che si sono visti scippare sette anni di B un pezzo alla volta, senza lottare, in campo e nelle stanze dello Sheraton.
lontano il ds Lupo è segnalato a Pescara ma con il compasso ben puntato verso Perugia (Bartolomei) e Rimini (il cambio societario non convince appieno e qualche giocatore potrebbe seguire Busce'). Il vice ds scalda i motori, ma è martedi 5 agosto, e il copione attuale sembra essere parente di quello dell'estate 2021. Li' pero' ci si giocava una riammissione in cadetteria. Qui si mischiano le carte, rischiando di arrivare esausti agli ultimi giorni di agosto, tra un tira e molla in entrata e uno, ancora più doloroso, in uscita.
Il problema dei problemi però è uno: definire i quadri tecnici a metà luglio, e ridefinirli al 1 agosto, non aiuterà di certo ad azzerare le ambiguità: tutt'altro. Prendeteci per leopardiani, ma con questa abbondanza si palesa il rischio di colpi di scena, e fughe da qui ad ottobre. Altro che il panettone al veleno di Ursino.
In definitiva: Chi comanda? Chi prende le decisioni e si assumerà la colpa senza scappare? Davvero non si e' compreso a fondo il valore prospettico (e dunque economico) di un uomo chiave come Mezzina?Se ci si apre al territorio perché poi inibire i commenti così a lungo? D'altronde le offese di oggi (ingiustificate se varcano la decenza) sono il risultato di mesi di silenzi, falsi indizi di cessione, arroganze. Cosenza è piazza civile, come ha dimostrato in anni di trasferte per lo stivale, e come confermato dallo scorrere sereno (!) del ritiro di Lorica.
Se la forma è sostanza, e spesso è la forma quella che agli organi federali interessa (anche quelli deputati alla vigilanza del rispetto degli standard comunicativi) perché continuare a incrementare la Babele degli incarichi e riaprirsi con colpevole ritardo ai commenti e al mercato?
Chiedere adesso una mano al territorio e ai ragazzi è perfettamente inutile, perfino dannoso, se l'unico modo di comunicare è schierare, al cospetto della passione incavolata del popolo rossoblu', dieci, cento mille uomini ombra. A spiegare, filosofando, le colpe altrui.