Cosenza, assolti in appello i due ultrà accusati per lo striscione contro Guarascio: “Il fatto non sussiste”

La Corte d’Appello di Catanzaro assolve i due giovani ultrà del Cosenza condannati in primo grado per violazione di sigilli. Ribaltata la sentenza: “Il fatto non sussiste”.
10.10.2025 16:00 di  Stefano Bentivogli   vedi letture
Cosenza, assolti in appello i due ultrà accusati per lo striscione contro Guarascio: “Il fatto non sussiste”
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© foto di Carlo Giacomazza/TuttoSalernitana.com

Arriva la parola fine su una vicenda che aveva fatto discutere tifosi e opinione pubblica.
La Corte d’Appello di Catanzaro, seconda sezione penale, ha infatti assolto con formula piena i due giovani ultrà del Cosenza Calcio accusati di violazione di sigilli per l’affissione di uno striscione contro il presidente Eugenio Guarascio.

Il tribunale di primo grado li aveva condannati, nel settembre 2023, a quattro mesi di reclusione, ma i giudici d’appello hanno ribaltato completamente la sentenza, accogliendo le tesi difensive degli avvocati Fabio Parise e Francesco Tenuta.

Il caso: lo striscione di protesta e la condanna in primo grado

La vicenda risale al 22 settembre 2023, quando i due giovani tifosi erano stati ritenuti responsabili dell’affissione di uno striscione con la scritta

“Guarascio via da Cosenza – Ultras Cosenza 1978”
sui parapetti della vela sud-ovest di Piazza Bilotti, un’area sottoposta a vincoli.

Il giudice monocratico del Tribunale di Cosenza aveva considerato il gesto come una violazione di sigilli, emettendo una condanna in primo grado.

La difesa: mancano prove e nesso oggettivo

Nel processo d’appello, gli avvocati Parise e Tenuta hanno dimostrato come non vi fossero elementi oggettivi né soggettivi per configurare il reato contestato.
Secondo la Corte, mancavano prove concrete che collegassero in modo diretto e univoco i due imputati all’affissione dello striscione.

Nelle motivazioni, i giudici hanno chiarito che “il fatto non sussiste”, disponendo l’assoluzione piena dei due giovani e la chiusura definitiva della vicenda.

Un ribaltamento totale e una sentenza simbolica

La decisione della Corte d’Appello di Catanzaro rappresenta un completo ribaltamento del primo grado di giudizio e segna una svolta significativa in un caso che aveva oltrepassato i confini del mondo sportivo.

La sentenza, infatti, tocca anche il tema della libertà di espressione e del tifo organizzato, riportando serenità nell’ambiente rossoblù dopo mesi di tensione.
L’assoluzione restituisce inoltre ai due giovani tifosi la piena estraneità ai fatti contestati, chiudendo un capitolo che aveva avuto forte eco nella città di Cosenza.