Cosenza-Atalanta U23, Buscè: "Con il sacrificio possiamo fare qualcosa di importante"

L'allenatore rossoblu ha presentato la sfida del Marulla.
11.10.2025 13:33 di  Stefano Bentivogli   vedi letture
Cosenza-Atalanta U23, Buscè: "Con il sacrificio possiamo fare qualcosa di importante"

Antonio Buscè ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Cosenza-Atalanta U23. Queste le dichiarazioni del tecnico rossoblu: "Affrontiamo una squadra importante anche se giovane. Ho visto molto bene questi ragazzi, qualcuno lo conosco anche, so come lavora l'Atalanta. Bisogna stare attenti, sono partite un po' particolari, arriviamo da un periodo positivo nel quale i ragazzi hanno fatto cose importanti. Possiamo rilassarci un po', qualcuno può pensare a quello che è stato fatto finora, vincendo partite quasi impossibili, si potrebbe abbassare la guardia ma ho parlato ai ragazzi per fargli capire l'importanza di questa partita che potrebbe essere una trappola. Ma il gruppo è sano, capiscono che attraverso il sacrificio si può fare qualcosa di importante. Abbiamo fatto una buona settimana anche se ci siamo spostati per i lavori sul campo del Marulla. Ma vedo i ragazzi tranquilli, coesi, fanno le sedute in maniera impeccabile. A me interessa di più l'aspetto mentale".

Come sta Beretta? "E' un po' indietro anche se si stava allenando con una squadra. Sono tre settimane che si è allenato da solo, ha qualche minuto nelle gambe, ci può dare una mano, ma tra 15-20 giorni avrà una condizione ideale".

Cosenza attendista che migliora nei secondi tempi: "Ci dimentichiamo che giocano anche gli avversari. A volte leggo che ci siamo abbassati troppo, ma la realtà è che gli avversari ci costringono a farlo, fare qualcosa che non ci aspettiamo secondo il nostro piano gara. Si prepara la partita ma spesso bisogna fare gli straordinari. Se accettiamo questo riusciamo a tenere botta, se invece diventa una sorpresa allora è un problema. Gli avversari sono tutti bravi, tutti vogliono vincere, se capiamo questo, nei momenti di difficoltà riusciamo a sopperire meglio".

Come si fa a trasferire alla squadra la sua mentalità vincente? "Il calcio non lo inventa nessuno. Ho la fortuna di allenare un gruppo di ragazzi per bene. Questo significa che, quando gli fai capire le cose, anche quelle superficiali, vengono dalla tua parte. Bisogna essere credibili. Quando ti metti al pari degli altri riesci a fare le cose bene. Cerco di trasmettere a tutti quella che è stata la mia esperienza da calciatore, come se fossi un loro compagno di squadra. Cerco di capire quello che possono pensare nei momenti belli e brutti, l'umiltà non deve mai mancare. Ci stanno caricando un po' perché stiamo facendo cose importanti. Lasciamo perdere tutto, non ci appesantiamo la testa perché si inizia a sporcare. Non ci diamo obiettivi, niente proclami, ai ragazzi parlo con grande trasparenza per creare un gruppo importante con la stessa unione di intenti. Dobbiamo rispettare lo scudettino che portiamo, per riuscirci dobbiamo creare delle basi e il lato umano è fondamentale".

Quanto sarà importante mantenere questo spirito positivo anche nei momenti difficili? "Ho sempre cercato, fin dall'inizio, creare questa appartenenza, stile familiare. E' un mio pensiero da quando faccio calcio. Quando c'era questo, in una società, i momenti difficili li vai a sopperire meglio, con una struttura come la nostra passano in fretta. Quando l'entusiasmo va ad essere intaccato con qualche partita brutta e sconfitte, se non c'è fratellanza, appartenenza e umiltà, tutto diventa più difficile. Prima ci dev'essere questo rapporto tra padre e figlio, io ne ho uno di 28 anni, quando gli parlo mi stacco dal mestiere di allenatore e parlo loro come padre e figlio, mi è capitato quest'anno. Quando c'è questa base è normale, poi ancora meglio quando c'è la bravura dei ragazzi".

La squadra si è comportata bene anche sul campo sintetico: "Quando cambi il terreno di gioco, da erba naturale a sintetico, qualcosa chiaramente è diverso. Ma non ci sono prime donne che, al minimo intoppo, c'è la lamentela. Ci si adatta tutti. Questa settimana ci siamo arrangiati senza lamentarci, siamo consapevoli, qui subentra l'umiltà del gruppo. Possiamo allenarci anche sull'asfalto, nessuno si lamenta, è un gruppo che lavora ed è tanta roba. Lo abbiamo fatto in maniera tranquilla. Cambiare campo diventa una problematica di schiena. Abbiamo cambiato campo, facendo il nostro lavoro settimanale, ma il gruppo ha pedalato in silenzio, divertendosi e in armonia".