Buscè suona la carica: “Serve il Cosenza delle partite sporche. In alto è tutto apertissimo”

Il tecnico analizza il grande equilibrio del Girone C e spiega perché cinismo e sacrificio faranno la differenza nella corsa alla Serie B.
16.11.2025 18:00 di  Stefano Bentivogli   vedi letture
Buscè suona la carica: “Serve il Cosenza delle partite sporche. In alto è tutto apertissimo”

Il Girone C sta entrando nella sua fase più delicata e competitiva. Lo sa bene Antonio Buscè, che dopo il successo di forza contro il Latina ha analizzato con lucidità il momento del Cosenza e della classifica, evidenziando quanto il campionato sia ancora totalmente aperto e imprevedibile.

“Siamo in un punto della stagione dove iniziano a delinearsi diverse cose. Il girone è difficile ed equilibrato. Non bisogna mai dare nulla per scontato. Alla lunga i valori emergeranno, ma ci vuole anche la capacità di vincere le partite sporche”.

Parole che rispecchiano perfettamente l’identità che Buscè vuole costruire: una squadra bella quando può, concreta quando serve.

“Meno belli, più cinici”: il Cosenza impara a vincere in modo diverso

Il tecnico ha sottolineato come la vittoria ottenuta non sia stata brillante dal punto di vista estetico, ma estremamente matura nei momenti chiave.

“Siamo stati meno belli, ma più cinici e concreti. Dobbiamo essere consapevoli che ci saranno tante partite così: bisogna soffrire, sfruttare le ripartenze, colpire quando capita l’occasione”.

Questo Cosenza, quindi, sta ampliando il suo ventaglio di soluzioni: non solo possesso, non solo fraseggi, ma capacità di adattarsi all’avversario, restando dentro il match con testa e organizzazione.

La solidità come arma nella lotta ai vertici

Nel ragionamento di Buscè emerge un concetto chiaro: oltre alla qualità individuale e alle geometrie di squadra, la differenza nei prossimi mesi la farà la capacità di soffrire.

“Siamo stati bravi a portare a casa un risultato fondamentale. Abbiamo saputo soffrire — anche se non troppo — rimanendo compatti. È questo il tipo di partite che bisogna imparare a giocare e vincere”.

Una filosofia che ricorda quella delle squadre vincenti: non sempre spettacolari, ma tremendamente efficaci negli episodi decisivi.