D’Orazio, il cuore del Cosenza: "Due partite mi hanno cambiato la vita"

Tommaso D’Orazio ripercorre i momenti più intensi delle sue 200 presenze con il Cosenza: il gol al 94’ contro il Sudtirol, il playout vinto con il Brescia e la salvezza ai tempi del Covid.
11.12.2025 13:30 di  Stefano Bentivogli   vedi letture
D’Orazio, il cuore del Cosenza: "Due partite mi hanno cambiato la vita"

Quando si parla del Cosenza, ci sono nomi che rappresentano molto più di un ruolo o di una fascia al braccio. Tommaso D’Orazio è uno di questi. Capitano, guida tecnica ed emotiva, ma soprattutto uomo che ha intrecciato la propria crescita personale e professionale con quella del club.

Con 200 presenze in maglia rossoblù, D’Orazio è diventato un simbolo del Cosenza contemporaneo, il riferimento a cui la squadra si affida nei momenti decisivi. E quando gli si chiede quale sia l’episodio che più rappresenta il suo percorso, il capitano non ha dubbi: ce ne sono almeno due.

Il gol al 94’ contro il Sudtirol: l’apice dell’adrenalina

“Il primo è la vittoria dei playoff contro il Sudtirol in Serie C, con il gol al 94’,” racconta D’Orazio con emozione ancora viva.
Quella rete non fu soltanto decisiva: fu un’esplosione di adrenalina, la scintilla che accese un gruppo convinto di poter conquistare tutto.

“Dopo quella partita sapevamo che avremmo vinto. Ci arrivammo benissimo,” ricorda il capitano.
Fu un momento in cui destino, coraggio e preparazione si incontrarono, consegnando a lui e alla squadra un ricordo destinato a restare impresso per sempre.

Il playout vinto contro il Brescia: dalla profondità alla rinascita

Il secondo picco emotivo, forse ancora più intenso, arriva nel periodo più difficile: il playout contro il Brescia.
“Venivamo dal fondo,” dice D’Orazio. “E riuscimmo a compiere qualcosa di incredibile.”

Una salvezza conquistata con un percorso tortuoso, con il peso dell’obbligo e il fardello della paura, ma anche con la forza della squadra.
La vittoria in quel doppio confronto non fu solo un risultato sportivo: fu una rinascita collettiva, la dimostrazione che il gruppo sapeva soffrire, resistere e rialzarsi.

La salvezza nel periodo Covid: un ricordo indelebile

Tra i momenti che hanno segnato la sua storia rossoblù, c’è anche la salvezza ottenuta nell’anno del Covid, un contesto surreale, emotivamente complesso e psicologicamente provante.
“Impossibile da dimenticare,” sottolinea il capitano.

Senza pubblico, con il calcio sospeso per mesi e un’incertezza che attraversava lo sport e la vita quotidiana, quella salvezza fu un traguardo che andava ben oltre il campo.

Non solo calcio: il legame personale con Cosenza

D’Orazio non parla solo da calciatore, ma da uomo che ha costruito una parte fondamentale della propria vita nella città.
“Qui sono cresciuto insieme a mia moglie Giulia,” racconta. “Siamo arrivati da ragazzi, poi ci siamo sposati, sono nati i nostri due figli.”

Cosenza è stata casa, famiglia, maturità. È stata il luogo in cui il calcio e la vita si sono intrecciati, definendo un percorso che va oltre le statistiche, oltre le presenze, oltre le vittorie.

D’Orazio oggi: un capitano che porta la sua storia dentro la squadra

Questi ricordi non appartengono solo al passato: sono la base di ciò che D’Orazio è oggi.
Leadership, equilibrio, spirito di sacrificio — tutto nasce da quel vissuto, da quelle emozioni che hanno forgiato il suo modo di interpretare la fascia.

Per il Cosenza attuale, che lotta, corre e sorprende, avere un capitano così significa avere una bussola, un punto fermo, una memoria storica che indica il cammino.
Ecco perché D’Orazio non è solo un giocatore: è un pezzo di Cosenza.