Cosenza, retrocessione da affrontare con coraggio e trasparenza: ora serve una società forte, aperta e ambiziosa

C’è un aspetto che spesso si sottovaluta nel momento in cui si retrocede: non basta ripartire, bisogna farlo più forti di prima. È questo il vero nodo da sciogliere. Perché la sfida che attende il Cosenza non è solo tecnica o sportiva, ma profondamente strutturale.
Retrocedere in Serie C significa affrontare un campionato complicato, logorante, pieno di insidie. E per avere chance concrete di risalita immediata, serviranno investimenti seri, superiori a quanto si è fatto in passato. Non ci sono alternative: il salto va preparato da subito, e la scommessa va vinta prima ancora di scendere in campo.
Basta chiusure, servono apertura e visione: il Cosenza ha bisogno di un nuovo spirito
Per affrontare tutto questo, però, la struttura societaria deve cambiare pelle. Serve ottimismo, spirito di squadra, apertura al confronto, disponibilità all’ascolto e alla condivisione. Al contrario, una conduzione chiusa, diffidente, impopolare nelle decisioni, vendicativa e incapace di comunicare porterà solo isolamento e tensione.
Cosenza ha già pagato abbastanza, dentro e fuori dal campo. Se chi guiderà il club in futuro – che sia l’attuale proprietà o una nuova – non avrà il coraggio di cambiare approccio, allora la retrocessione diventerà un macigno ancora più pesante.
Serve nuova linfa. Basta misteri e immobilismo
Oggi Cosenza ha bisogno di linfa nuova, orizzonti di speranza e progetti concreti. Non servono parole vuote, ma segnali chiari. Non servono misteri, ma trasparenza. Non servono silenzi, ma idee e persone capaci di farsi carico di una responsabilità storica.
La città è pronta a sostenere chi dimostrerà ambizione e amore vero per questi colori. Ma chi non è disposto a mettersi in discussione, fare autocritica e cambiare passo, farebbe bene a farsi da parte. Perché Cosenza merita rispetto. E, soprattutto, merita di tornare grande.