Cosenza, la Curva Nord esplode: “Siamo il fuoco sotto la cenere”. L’ennesimo atto di ribellione contro la gestione societaria
La contestazione non si spegne, anzi si accende di nuove scintille. Il gruppo Anni Ottanta Cosenza, storica anima della Curva Nord Catena, è tornato a far sentire la propria voce con una dichiarazione pubblica dura, intensa, quasi viscerale. Un testo che non lascia spazio a interpretazioni e che rappresenta l’ennesima, profonda frattura tra la tifoseria organizzata e la gestione societaria del Cosenza Calcio.
La nota si apre con una frase che somiglia più a un manifesto identitario che a uno slogan:
«Puoi farci piangere ma non puoi farci cedere, noi siamo il fuoco sotto la cenere».
In queste parole c’è tutto: orgoglio, dolore, resistenza. È il modo scelto dagli ultras per ribadire che il legame con la maglia non potrà mai essere incrinato dalle difficoltà o dalle scelte del club.
La protesta: “Il popolo non si piega, la dignità non si tocca”
Nel comunicato, il gruppo attacca apertamente le decisioni della società, accusata di voler «allontanare il pubblico dal Marulla» attraverso restrizioni, chiusure e una comunicazione percepita come fredda e ostile.
Per gli ultras, è inaccettabile che la casa dei tifosi venga trasformata in un luogo inaccessibile proprio al popolo che lo anima.
Il messaggio è chiaro: il tifo non ha confini.
Se non verrà concesso l’accesso allo stadio, la Curva Nord promette di continuare la propria protesta in ogni spazio possibile—fuori dai cancelli, nelle piazze, «perfino davanti a un supermercato», si legge nel comunicato. Parole che descrivono una tifoseria pronta a trasformare qualsiasi luogo in un simbolo di appartenenza e di resistenza.
È un modo per ribadire che il Cosenza, nella loro visione, appartiene alla comunità prima che a chi lo amministra: un bene collettivo che non può essere gestito ignorando la voce della sua gente.
Una presenza che non arretra: Curva fuori dal Marulla “a oltranza”
Gli ultras dichiarano apertamente che la protesta non si interromperà.
La Curva resterà fuori dallo stadio “a oltranza”, trasformando l’assenza dagli spalti in una scelta politica e identitaria. Una forma di dissenso che vuole essere altrettanto rumorosa quanto il tifo che solitamente incendia il Marulla.
Il finale del comunicato è secco, diretto, inequivocabile:
«Noi tifiamo ultrà Cosenza. Guarascio vattene».
Una richiesta che la Curva Nord porta avanti da tempo e che ora, dopo l’ennesimo scontro, viene rilanciata con ancora più forza.
